Il Gispi che non si ferma: a tu per tu con Alessandro Ricci
Lo stop dalle competizioni sportive ha costretto gran parte dello staff e delle famiglie del Gispi a rimanere a casa. A fronte di chi si organizza con lo smart working, c’è anche chi continua a portare avanti il proprio lavoro senza interruzioni nè modifiche. Fra loro c’è Alessandro Ricci, allenatore della squadra under 14 che da professionista specializzato in farmaceutica ogni mattina si reca in azienda. Abbiamo raccolto la sua testimonianza con una breve intervista.
Ciao Alessandro, tu sei fra le persone che in questo momento non conoscono lo smart working. Puoi spiegarci in cosa consiste la tua attività professionale?
Lavoro presso il reparto ricerca e sviluppo di Abiogen Pharma che è un’azienda farmaceutica di Pisa. In particolare mi occupo della parte analitica e la maggior parte del mio lavoro si svolge in laboratorio. Ho a che fare con strumentazione, reattivi o sostanze chimiche in generale. Dunque lo smart working non comprende la mia professione perché svolgo a tutti gli effetti un ruolo in cui è necessaria la presenza fisica in azienda. La mia mansione è quella di sviluppare nuove molecole e nuovi prodotti. Trovare dei metodi idonei per analisi dei prodotti finiti e delle materie prime.
Ci racconti il tuo percorso universitario e professionale?
Ho studiato all’Università di Firenze partendo dalla laurea triennale in Scienze Farmaceutiche Applicate. Poi è arrivata l’occasione di collaborare con l’azienda Menarini di Firenze e lì sono rimasto due anni. Ho completato il ciclo di studi con una laurea specialistica in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche sempre all’Università di Firenze.
Il rugby è uno sport contraddistinto da solidarietà e sostegno. Da una parte il personale medico che si sta comportando seguendo quelli che sono anche i nostri principi, dall’altra il corpo scientifico che sta cercando il vaccino per il Covid19. Perché è così difficile trovare un rimedio definitivo?
Perché si tratta di intraprendere una strada nuova, lunga, non conosciuta e non preventivata. L’industria farmaceutica all’interno dei centri di ricerca sta facendo il massimo per trovare quelle misure preventive che in un futuro prossimo potrebbero sconfiggere definitivamente il Covid 19. Il vaccino è il primo obiettivo e sarà l’arma principale per contrastare la diffusione del virus. Per usare un paragone rugbistico direi che siamo al lavoro per costruire quella giocata che batte la difesa e realizza la meta della vittoria.
C’è un aspetto che ti manca di più della routine del rugbista?
Allenare i ragazzi è una componente che manca dalle mie giornate. Mi manca il rapporto con loro, la programmazione dell’allenamento, l’atmosfera del campo. Teniamo duro. Non possiamo fare altro.
Qual è il messaggio implicito che la nostra comunità di sportivi e la tua squadra under 14 devono cogliere dopo questo periodo di crisi sociale e sanitaria?
Lo spirito del nostro sport si concretizza nel sostegno e nel gioco di squadra. E’ un principio che cerco di condividere ogni volta che sono sul campo con i miei ragazzi dell’under 14. Da soli a rugby non si può vincere nessuna partita e lo stesso vale per la crisi sanitaria che stiamo affrontando. La pandemia non è superabile se non con uno sforzo collettivo.