Laurendi: “Abbiamo tanti ragazzi vogliosi di giocare e migliorarsi”.
Quest’anno è cambiato il regolamento, l’assaggio del campo “grande”, porta la categoria ad essere un vero spartiacque tra il minirugby e il rugby più strutturato.
Le difficoltà del periodo riguardano l’intero settore del rugby italiano, ma anche in questa categoria la passione verso questo sport è protagonista nella vita dello staff, dei manager e degli atleti, anche in un momento difficile.
2009-2010 è l’anno di nascita dei quasi cinquanta atleti che compongono la rosa di atleti della categoria.
Abbiamo incontrato Francesco Laurendi, responsabile di categoria insieme a Francesco Ursumando e Jacopo Massaro.
Francesco, qual è il lavoro quotidiano dello staff U13?
In quanto responsabile provvedo con i miei sulla pianificazione settimanale degli allenamenti, scegliere gli aspetti tecnici su cui lavorare e gestire le comunicazioni con il resto dello staff e manager. È importante avere sempre un quadro delle presenze dei ragazzi e far percepire la nostra attenzione nei loro confronti.
Che gruppo è l’U13 del Gispi?
Abbiamo poco meno di 50 iscritti, nell’ultimo periodo le presenze su campo si sono ridotte a causa dell’impennata di contagi e isolamenti fiduciari. Molti ragazzi inoltre devono rifare la visita medico sportiva, prima di questa non possono tornare. Ho notato che, anche se appena tornati all’attività, hanno tutti una gran voglia di giocare e migliorare, più del previsto.
Un periodo difficile anche per i ragazzi, quali sono le difficoltà causate dalla pandemia?
La continua reiterata interruzione delle attività è avvilente in primo luogo per i ragazzi, perché allontanati da un ambiente che di sicuro fa solo bene alla loro socialità e salute fisica. Inoltre la mancata competizione della domenica leva sia a loro che a noi degli obbiettivi nel breve termine. Anche per noi non è semplice, dopo ogni ripresa degli allenamenti dobbiamo tornare a lavorare su temi già affrontati e ritardare quelli un po’ più specifici.
L’U13 è lo spartiacque tra mini rugby e rugby “dei grandi”, quali sono gli spunti di natura atletica e tecnica?
La 13 è una categoria molto eterogenea, ci sono ragazzi che sono fisicamente molto avanti e alcuni ancora indietro con lo sviluppo. Con il nuovo regolamento di quest’anno ci si affaccia già al campo largo e dunque a un accenno di rugby più strutturato. Questo è stato percepito come uno stimolo importante per molti dei ragazzi che il prossimo anno saliranno di categoria.
L’immagine più significativa della prima parte di stagione?
Il raggruppamento di Modena è stato forse il momento più gratificante di questa prima parte di stagione. Tanti ragazzi vogliosi di giocare e fare la propria parte, dal primo all’ultimo.