Da Prato fino a Calvisano passando per i club più importanti del rugby italiano e la maglia azzurra. Il percorso di Lorenzo, esempio positivo del rugby pratese.
Lorenzo, “Bozzi” per gli amici. A Calvisano per il secondo anno. Ancora primi della classe. Siete i favoriti per lo scudetto?
Calvisano parte sempre tra i favoriti perchè punta a vincere. Il nostro obiettivo è finire la regular season in prima posizione per dare un segnale alle contendenti. Con i play off inizia un campionato praticamente nuovo, dove possono saltare gli equilibri. La squadra è comunque ben attrezzata per puntare in alto.
Come ti trovi a Calvisano?
E’ un luogo perfetto per concentrarsi sul rugby. Sto bene con la mia famiglia e mi trovo a mio agio in un gruppo comunque giovane e ambizioso. Rispetto al passato inoltre abbiamo modificato lo stile di gioco del Calvisano proponendo un rugby molto espansivo e divertente.
Il tuo percorso sportivo è ricco di esperienze importanti in Italia e all’estero. Quale la più formativa?
A 19 anni sono volato a Parigi per giocare negli Espoirs dello Stade Francais. Umanamente sono dovuto diventare grande e prendermi cura di aspetti quotidiani che non avevo mai gestito. Il primo rugby professionistico invece è targato Petrarca Padova, dove ho assaggiato l’alto livello italiano e europeo. Ricordo il mio primo campionato di Super 10 come un torneo pieno di stelle. A 20 anni ho avuto il piacere di giocare accanto a Stuart Grimes, Sisa Koyamaibole, Nicy Little e Ludovic Mercier. Tutti atleti con caps e curriculum internazionali importanti.
Venerdì in campo a Prato la nazionale Under 20. Tu hai fatto parte di un gruppo azzurro molto forte. Come possiamo oggi competere con le altre nazionali?
Ho svolto attività nazionale giovanile poco prima della costruzione del progetto accademie. Oggi i ragazzi sono molto fortunati perchè vivono tutti i giorni , fin da giovanissimi, l’atmosfera dei ritiri e la gestione tecnica ed umana da parte di staff competenti. Dall’altro lato peccano un po’ di autonomia e maturità. Credo però che il gap vada colmato riconsegnando competitività ai campionati giovanili ancora troppo lontani dagli standard internazionali.
Nel tuo Curriculum anche un recente passato da Permit Player in Pro12. Quali differenze fra Eccellenza e Celtic League?
Il Pro 12 è un campionato dove ritmo, intensità, rapidità di esecuzione e precisione sono elementi basilari. Il campionato di Eccellenza ha dimostrato di poter costruire atleti di qualità, anche se nell’arco della stagione diventa difficile mantenere individualmente il livello espresso dalle squadre celtiche.
Stagione 2016/17. Eccellenza più competitiva?
I club hanno dovuto fare di necessità virtù. Rispetto agli anni del Super 10, dove gli investimenti erano consistenti e le rose piene di stranieri i budget oggi sono ridotti, ma ci sono anche più italiani giovani in rosa. Questo ha portato più volontà di giocare da parte di tutti, anche nelle squadre di fondo classifica.
Prato è la tua città non solo sportivamente.Come vedi i tuoi Cavalieri?
La base continua a lavorare benissimo, sia nel reclutamento che nello sviluppo delle capacità tecniche. I Cavalieri Union sono collocati probabilmente nella dimensione, ad oggi, più consona alle reali possibilità . Stimo molto Carlo Pratichetti che attraverso il suo carisma può essere l’uomo giusto per riportare in alto il nostro rugby. I Cavalieri sono una periodo bellissimo della mia carriera e credo che con pazienza torneremo in futuro al vertice.
Tuo figlio giocherà a rugby?
Se mio figlio giocherà a rugby? Sicuramente parteciperà agli allenamenti under 6. Poi chissà….