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L’Italia è ormai attanagliata dalla morsa del freddo. Si sa, sono i giorni più rigidi dell’anno e di mamme entusiaste nel pensare il proprio pargolo in pantaloncini e maglietta su un campo da rugby ce ne sono ben poche. Ecco allora 8 consigli semi seri del Gispi per affrontare le insidie dell’inverno.

1.Occhio all’orologio

Quando sei a gennaio e la giornata sta volgendo al termine bisogna stare attenti . Dopo che vostro figlio avrà scandito la giornata effettuando le seguenti missioni: 1) scuola, 2) doposcuola 3) lezione di lingue romanze, 4) catechismo, 5) merenda prima 6) chitarra poi, vedrete che fermarsi per guardare l’orologio e il buio fuori dalla finestra, pensando che “ormai è tardi”,  sarà un attentato mortale all’allenamento. Il divano vincerà 1 a 0 e forse vostro figlio finirà in panchina. Siete pronti ad affrontare tutto questo?

2.Termosifone

I rimedi più artigianali talvolta sono i più efficaci. Avete mai provato ad appoggiare per una manciata di minuti, appena prima di allenarsi,  la maglia termica, i calzini e l’accappatoio sul radiatore? E’ una sensazione pari a quella di chi si toglie le scarpe antinfortunistiche dopo una giornata di lavoro, simile alla birra ghiacciata dopo 80 minuti da pilone senza cambi in un campo senza erba a 35 gradi in estate, paragonabile alla cassa del supermercato che apre all’ improvviso quando sei l’ultimo della fila da 26 minuti di sabato pomeriggio. Insomma una goduria impareggiabile.

3.Santificate il Preparatore Atletico

Fortunatamente i nostri maestri di motoria sono davvero bravi e competenti. Trattateli bene, fategli un complimento o portategli una scatola di cioccolatini. E’ solo grazie a loro e agli esercizi di attivazione proposti con certosina programmazione che la sensazione di ipotermia passa velocemente per lasciare spazio ad un gioco di gambe pimpante e veloce.

4.Olio canforato

Il rimedio leggendario di intere generazioni di rugbisti. Quelli che la domenica mattina andavano a giocare nei campi spelacchiati della più remota provincia italiana senza la certezza di essere in quindici nella lista gara, anzi con la probabilità di avere pantaloncini e calzettoni diversi, ma soprattutto con la sicurezza che la doccia a fine partita sarebbe stata glaciale. L’unico conforto risiedeva in un flacone magico, contenente un olio denso dal forte odore speziato, che riscaldava e la gambe e impregnava le mani per i successivi tre mesi.  Chi di voi non lo ha mai rubato di nascosto dalla borsa medica?

5.Occhio al guardaroba

I campi del minirugby di tutta italia sono popolati da bambini che indossano il k way sotto la maglia da gioco. Anche quando non piove. Rimane un mistero antropologico la ragione di questa scelta poco fashion e poco utile, tipica delle italiche mamme. Se negli armadi avete una bella maglia termica Kipsta e un Pile tanto spesso quanto infiammabile, beh siamo già sulla buona strada. Aggiungete un paio di scaldamuscoli e dei robusti pantaloncini e siete pronti. Il rugby è uno sport di movimento, dunque per placcare e rialzarsi non è utile avere lo stesso equipaggiamento di Reynold Messner in scalata sul K2 e Nanga Parbat. Fidatevi, basterà un po’ di agonismo per essere più sudati che a Lido di Camaiore il 12 agosto.

6.Tè caldo all’intervallo

La premura dei genitori non ha confini. Il termos di tè caldo è un elemento indispensabile per un dirigente di categoria che si rispetti. La famosa bevanda inglese è vista dai medici come ottimo stimolante, dato che i polifenoli contenuti nel tè sono in grado di far aumentare il tasso di adrenalina. Noi però non ci spingiamo in analisi scientifiche, ma possiamo confermare che nelle lunghe attese dei raggruppamenti è un piacevole compagno di viaggio.

7.I guanti SI. Ma solo durante il riscaldamento.

Freddo alle mani? E’ comprensibile. E’ umano. Però a rugby si gioca proprio con le mani e i bellissimi guanti in lana merinos che Nonna Antonietta ha regalato a vostro figlio per Natale serviranno solo a far cascare il pallone ad ogni passaggio. Assolutamente consentiti durante l’attivazione, ma da vietare durante le fasi di gioco. Altrimenti non meravigliatevi se l’educatore in campo rivolgerà termini tipo “mani di pietra” o “tacchino” al vostro piccolo pargolo. Avrà ragione !

8.Uno sguardo al mappamondo

A Prato tira sempre un vento beffardo. Fa freddo, ma non di più di altri paesi dell’area mediterranea, che a dirla tutta non sono poi così freddi se comparati con le temperature registrate in molti Stati europei spostati più a est. In Russia, nella città siberiana di Yakutsk per la precisione, si va a scuola con temperature polari, anche fino a – 52 gradi. Certo, nessuno chiede ai gispolotti di surgelare o di diventare delle statue viventi di ghiaccio, piuttosto cerchiamo di sensibilizzare tutti i nostri genitori che far giocare vostro figlio all’aria aperta, anche in inverno, non fa poi tanto male. Si ammalerà? E’ probabile. Si forgierà? E’ possibile.

Lo pensano gli allenatori, e siamo sicuri inconsciamente anche i vostri figli:

Viva i campi brutti, viva i giochi all’aperto, viva gli spogliatoi freddi, viva il rugby !

V.B.

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